AUT AUT (in collaborazione con Drogheria Gitana di Forlì) è una serata speciale e simbolica nella programmazione di Lupo. Simbolica, in quanto, oltre alla musica live, il protagonista sarà anche l’altro caposaldo storico del locale forlivese, ossia l’estrema attenzione alla cultura enogastronomica naturale e sostenibile. A partire dalle 18 si avranno allora degustazioni di cibo e vini naturali a cura di una dozzina di aziende del territorio, poi sarà un privilegio ascoltare Sandro Sangiorgi – il più autorevole insegnante di materie legate al vino, nonché uno dei pochi critici realmente indipendenti – in dialogo con il filosofo Rocco Ronchi. Alle 19 poi, ecco una degustazione guidata di vini naturali e di cibo a cura dcurata dallo stesso Sangiorgi, mentre il gran finale di AUT AUT è affidato alle 20.00 al quartetto Red Planet.
SANDRO SANGIORGI
Sandro Sangiorgi è giornalista, scrittore e divulgatore. Nato a Friburgo, Svizzera, nel 1962, si occupa professionalmente di vino da oltre quarant’anni. Nel 1981 diventa sommelier professionista. Nel 1986 è tra i fondatori dell’associazione Arcigola, divenuta in seguito Movimento Slowfood. Nel 2000 dà vita al progetto Porthos, curandone il periodico e l’intensa attività didattica. Le sue lezioni sono state frequentate da più di 18mila persone. Con Porthos Edizioni ha pubblicato quattro libri: Il matrimonio tra cibo e vino, L’invenzione della gioia, Manteniamoci Giovani – Vita e vino di Emidio Pepe e Il vino capovolto. Come editore ha curato le edizioni italiane del volume dedicato alla biodinamica di Nicolas Joly, Il vino tra cielo e terra, e il graphic-novel di Étienne Davodeau Gli ignoranti.
Nel 2020 ha completato il percorso della rivista Porthos con l’uscita del numero 37, l’ultimo della trilogia dedicata ai vini naturali che comprende anche il 35 e il 36. È considerato il più autorevole insegnante di materie legate al vino e uno dei pochi critici realmente indipendenti. Segue con grande interesse il cinema e la poesia. Pratica il buddismo di Nichiren ed è membro della Soka Gakkai.
L’approccio naturale cerca di sanare e ricucire la ferita che la eno-tecno-industria ha inferto al vino. Probabilmente le intenzioni erano buone, per esempio c’era il legittimo desiderio di produrre e vendere liquidi puliti e ben fatti, per reagire a una diffusa visione casalinga che, nel secondo dopo guerra, accumulava difetti e li spacciava per tipicità. Ciononostante si è andati così oltre da equivocare il mezzo e trasformarlo nella ragione di una scelta. Sono andate perdendosi la centralità e l’unità del vino. Si è pensato di scomporlo e di adattarlo prima alle più svariate tecniche produttive e poi a modelli commerciali affermati, tralasciando colpevolmente identità e consuetudini territoriali. Si è creduto che questi ultimi cinquant’anni fossero in grado di cancellarne centinaia, come se l’ultima soluzione fosse per forza quella buona. Il principio col quale ha lavorato questa macchina infernale è primariamente agricolo e ha riguardato sia la meccanizzazione delle pratiche colturali sia la scelta di lottare contro le malattie senza comprenderne la natura. Allontanando la persona dall’attività contadina è andata via via spegnendosi la vita. È stato fatale doverla ricostruire attraverso una chimica d’intervento, sul terreno come in cantina. La tecnologia ha preso il sopravvento e non è andata certo per il sottile, come dimostra la banalità della produzione enologica mondiale. Non si tratta solo dei vini a basso costo sfornati in milioni di esemplari, sono coinvolte la gamma dei cosiddetti premium wines – sorta di bottiglie trofeo usate dall’industria come specchietto per le allodole – e molta parte della fabbricazione artigianale che non riesce a divincolarsi dai protocolli produttivi. È una ferita profonda che va sanata reinserendo le persone nell’agricoltura, recuperando i saperi antichi ai quali affiancare la ricerca scientifica e, non ultima, riprendendo a osservare e a proteggere la vita nel suo svolgersi. Il compito del consumatore è riprendersi il ruolo da protagonista del mercato, smettendo di lamentarsi e usando questa energia per apprendere ed esercitarsi a conoscere la bellezza del vino nella sua unità e interezza.
RED PLANET
Marco Colonna – sax
Edoardo Marraffa – sax
Marco Zanotti – percussioni
Fabrizio Spera – batteria
Una formazione creata appositamente nel 2020 per Area Sismica, che rimescola le carte già dal tipo di musicisti, un doppio duo fiati/percussioni animato da interpreti di grande esperienza nei rispettivi ambiti, che hanno dimostrato nei fatti la loro grande apertura mentale rispetto a disparati percorsi artistici. Anche in questo caso la ricerca di elementi destabilizzanti porterà a risultati sorprendenti, vista la presenza di musicisti del calibro di Marco Zanotti, Edoardo Marraffa, Fabrizio Spera e Marco Colonna, capaci di spaziare in ogni meandro della sfera emozionale che solo uno spettacolo dal vivo può regalare.
Guida alle degustazioni di cibo e vini naturali con Sandro Sangiorgi e le cantine:
Microbio Wines Ismael gozalo
Vinos al Margen Ricardo López
Alberto Volanti Azienda agricola delle Selve
Azienda Agricola Gallino
Fabio Elleri Gitana Wines
Azienda Agricola Ferretti Elisa e Denise
Damiano Donati cantina anonima
Tra il Saké e Manga
conversazione e degustazione a base di Sake a cura di Chicca Vancini e sonorizzata da Natsutaro
Ingresso libero
prenotazione cena: 345 6638289